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Categoria: Approfondimenti sui Funghi

Volvopluteus gloiocephalus

(DC. : Fr.) Vizzini, Contu & Justo (2011)

 

Specie molto comune che è solita fruttificare tra il periodo primaverile e l’autunno inoltrato nei pascoli e nei terreni incolti. Inizialmente inserita nel Genere Volvariella(1) con la denominazione specifica di Volvariella gloiocephala, è stata riposizionata, a seguito indagini di natura filogenetico-molecolare che hanno evidenziato una maggiore affinità di caratteri con le specie appartenenti al Genere Pluteus (2), nel Genere Volvopluteus, appositamente creato in epoca relativamente recente.

Volvopluteus gloiocephalus Disegno Gianbattista Bertelli

 

Volvopluteus gloiocephalus Disegno Gianbattista Bertelli

 

 

Genere Volvopluteus Vizzini, Contu & Justo

Fungal Biology 115 (1): 15 (2011)

Si tratta di un Genere di nuova e relativamente recente istituzione nel quale sono state riposizionate alcune specie fungine già appartenenti al Genere Volvariella che all’esame filogenetico molecolare hanno evidenziato caratteristiche strettamente correlate a quelle delle specie appartenenti al Genere Pluteus dalle quali morfologicamente si differenziano per la presenza di volva, elemento questo che ha suggerito la creazione del nuovo Genere Volvopluteus.

Al Genere, la cui specie tipo è Volvopluteus gloiocephalus, appartengono specie fungine di piccole, medie e grandi dimensioni, tutte a nutrizione saprotrofica, molto comuni ed a larga diffusione territoriale. Sono caratterizzate da:

Cappello inizialmente conico-campanulato tendente, verso la maturazione, ad appiattirsi, con colorazioni variabili dal bianco-biancastro al grigio-marrone più o meno intenso, tipicamente ricoperto da cuticola viscida e glutinosa.

Imenoforo a lamelle libere al gambo, inizialmente bianche poi, verso la maturazione, rosate e sempre più, man mano che le spore vengono prodotte, tendenti al rosa-brunastro marcatamente più intenso. Sporata rosa, bruno-rosata.

Gambo centrale, cilindrico, liscio, bianco-biancastro tendente a scurire verso la maturazione assumendo sfumature bruno-grigiastre, caratterizzato dalla costante presenza di una volva membranosa bianco-biancastra alla base.

Volva sempre presente con conformazione morfo-strutturale diversa tra le varie specie.

Spore da ellissoidali a oblunghe, relativamente grandi (oltre 11 µm di lunghezza); Basidi claviformi, tetrasporici a volte anche mono o bisporici.

Volvopluteus gloiocephalus (DC. : Fr.) Vizzini, Contu & Justo

Fungal Biology 115 (1): 15 (2011)

Accentazione: Volvoplùteus gloiocéphalus

Basionimo: Agaricus gloiocephalus DC. [come " glojocephalus "] (1815)

Posizione sistematica: classe Basidiomycetes, ordine Agaricales, famiglia Pluteaceae, genere Volvopluteus.

Etimologia: Volvopluteus = Pluteus con la volva con espresso riferimento alla relazione intercorrente tra i generi Pluteus e Volvariella. Gloiocephalus dal greco “gloiòs” = glutine e da “Kefalé” = testa ovvero “testa glutinosa” con riferimento alla presenza di glutine sul cappello.

Principali sinonimi: Agaricus pubescens Schumach. (1803); Amanita speciosa Fr. (1818); Agaricus speciosus (Fr.) Fr. (1821); Pluteus speciosus (Fr.) P. (1836); Volvaria gloiocephala (DC.) Gillet (1876); Volvaria speciosa (Fr.) P. Kumm. (1871); Volvariella gloiocephala (DC.) Boekhout & Enderle (1986); Volvariella speciosa (Fr.) Singer (1951); Volvariopsis gloiocephala (DC.) Murrill (1917); Volvariopsis speciosa (Fr.) Murrill (1918)

Nome volgare: Volvaria vischiosa

Nome dialettale: funciu i pagghia (nome dialettale siciliano)

 

Descrizione macroscopica

 

Foto01 Volvopluteus gloiocephalusVolvopluteus gloiocephalus - Angelo Miceli

 

Foto02 Volvopluteus gloiocephalusVolvopluteus gloiocephalus - Angelo Miceli

 

Foto03 Volvopluteus gloiocephalusVolvopluteus gloiocephalus - Angelo Miceli

 

Foto04 Volvoplutesu gloiocephalusVolvopluteus gloiocephalus - Angelo Miceli

 

Foto05 Volvopluteus gloiocephalusVolvopluteus gloiocephalus - Carmelo Di Vincenzo

 

Foto06 Volvopluteus gloiocephalusVolvopluteus gloiocephalus - Angelo Miceli

 

Foto07 Volvopluteus gloiocephalusVolvopluteus gloiocephalus - Angelo Miceli

 

Foto08 Volvopluteus gloiocephalusVolvopluteus gloiocephalus - Angelo Miceli

 

Foto09 Volvopluteus gloiocephalusVolvopluteus gloiocephalus - Carmelo Di Vincenzo

 

 

Cappello di medio-grandi dimensioni, carnoso, inizialmente, negli esemplari giovani, ha conformazione ovoidale, conico-campanulata, successivamente, verso la maturazione, diviene convesso ed infine piano-convesso, a volte con largo e basso umbone; margine incurvato, liscio o lievemente e finemente striato. Superficie cuticolare liscia, glabra e brillante a tempo secco, vischiosa per la presenza di un evidente strato di glutine a tempo umido, presenta diverse colorazioni che variano dal bainco-biancastro al grigio-ocra, grigio-bruno, grigio-verde, spesso con sfumature marrone-ocracee localizzate nella parte centrale. Imenoforo a lamelle fitte, ventricose, libere al gambo, inserite in un collarium appena accennato, intervallate da numerose lamellule, inizialmente di colore bianco-biancastro, poi grigio-rosato ed infine bruno-rosato. Spore in massa rosa-carnicino, rosa-brunastre. Gambo cilindrico, centrale, pieno, fragile, asciutto, inizialmente bianco, poi grigio ed ancora grigio-brunastro, pruinoso nella parte apicale, progressivamente allargato verso la base leggermente bulbosa con presenza di volva. Anello assente. Volva ampia, sacciforme, fragile, inizialmente membranosa, poi cremosa, molto aderente alla base, staccata all’orlo, lobata, di colore bianco-biancastro o bruno-grigiastro. Carne fragile, esigua, biancastra, leggermente ingrigente. Odore e sapore debole, dolce, rafanoide.

Habitat

Specie molto comune, a larga diffusione territoriale, predilige terreni incolti, pascoli, prati, orti, giardini, radure erbose ai margini del bosco. Fruttifica tipicamente dalla primavera ad autunno anche inoltrato spesso a gruppi di numerosi esemplari.

Commestibilità

commestibile ma di pessimo valore organolettico. Sconsigliato il consumo anche per la possibilità di confusione con specie velenose.

Caratteri differenziali

Facilmente riconoscibile per il colore bianco-grigiastro del cappello negli esemplari giovani tendente a scurire verso il grigio-bruno, grigio-verdastro negli esemplari maturi; per la presenza, a volte, di un largo umbone ottuso; per la cuticola vischiosa; per il colore rosato delle lamelle; per la volva bianco-biancastra molto aderente al gambo; per l’assenza di anello.

Specie simili:

Molto simile nella conformazione morfo-cromatica, differisce per la tipica crescita lignicola e per l’assenza di volva.

Evoluzione tassonomico-nomenclaturale

Come abbiamo avuto modo di evidenziare nella parte introduttiva di questa nostra “Riflessione Micologica”, Volvopluteus gloiocephalus veniva posizionato, in origine, nel Genere Volvariella con la denominazione di Volvariella gloiocephala e successivamente riposizionato, dopo opportuni studi di natura filogenetico-molecolare condotti da un gruppo di studiosi [Cfr. Justo et al., 2011], nel Genere Volvopluteus di nuova istituzione. Riteniamo opportuno, quindi, nel proseguire, fare alcune precisazioni utili a meglio focalizzare la problematica trattata: la Famiglia Pluteaceae Kotl. & Pouzar annoverava, un tempo, tre soli generi fungini: Chamaeota (W. G. Sm.) Earle, Pluteus Fr. e Volvariella Speg. accomunati, tra di loro, per la presenza di specie fungine con le seguenti caratteristiche morfologiche: lamelle libere al gambo, spore in massa di colore rosa o rosa-marrone, lisce, non amiloidi e non destrinoidi, trama lamellare inversa. Gli studi condotti hanno evidenziato che il Genere Volvariella, annoverando numerose specie fungine con caratteristiche differenti, risultava essere polifiletico e non tutte le specie fungine ospitate mostravano possedere elementi di affinità utili a confermare l’appartenenza al clade Pluteus mostrando maggiori similarità genetiche con specie appartenenti ad altri generi [Justo et al., 2011]. In maniera particolare, Volvariella gloicephala veniva posizionata in un “sister clade” di Pluteus rendendo necessario il suo riposizionamento in un nuovo genere appositamente creato e l’attribuzione di una nuova denominazione, appunto Volvopluteus gloiocephalus [Cfr. Vizzini et al., 2011]. Per ulteriori approfondimenti si consiglia di consultare letteratura specifica come indicato in bibliografia [Cfr. Justo et al., 2010; Justo et al., 2011].

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  1. Genere Volvariella Speg., Anal. Mus. nac. Hist. nat. B. Aires 6 : 119 (1898)

Ospita basidiomi eterogenei (quando cappello e gambo sono formati da strutture cellulari diverse che consentono una facile separazione dei due elementi), saprotrofi, a crescita terricola, su detriti vegetali o su legno, a volte anche su altre specie fungine (Es. Volvariella surrecta, tipicamente legata a Clitocybe nebularis). Presentano cappello asciutto o viscido, liscio o tomentoso (quando è ricoperto da peli corti e morbidi che, al tatto, trasmettono la sensazione del velluto); imenoforo a lamelle di colore carnicino-rosato, libere al gambo (quando si interrompono prima di giungere al gambo); gambo cilindrico, a volte bulboso, da liscio a pruinoso, a volte striato, con residui del velo generale sotto forma di volva membranosa bianca o colorata. Spore in massa rosa, rosa-ocracee.

  1. Genere Pluteus Fr., Fl. Scansione: 338 (1836)

Al genere appartengono basidiomi eterogenei con imenoforo a lamelle libere al gambo, privi di anello e di volva, saprotrofi, a crescita generalmente lignicola. Spore in massa rosa, rosa-ocracee.

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Foto: Carmelo Di Vincenzo, Angelo Miceli.

Tavole micologiche: Gianbattista Bertelli, gentilmente concesse dal figlio Aldo.

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Bibliografia

Sitografia