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Gruppo Micologico  "T. Pocorobba"

 

Clitopilus prunulus (Scop.) P. Kumm. (1871)

Viene comunemente conosciuto su tutto il territorio nazionale come “fungo spia” per la particolare propensione a fruttificare nello stesso periodo e nello stesso habitat di crescita dei ben noti e ricercati porcini. In effetti è possibile ritrovare nelle sue vicinanze, visto lo stesso habitat di crescita, anche “Sua Maestà il Porcino”. Per il suo colore bianco è facilmente individuabile nel bosco e una attenta osservazione della zona circostante permette, spesso, l’avvistamento di porcini sfuggiti ad una ricerca veloce in quanto ben mimetizzati nell’ambiente boschivo.

Genere Clitopilus (Fr. ex Rabenh.) P. Kumm.

Führ. Pilzk. (Zerbst): 23 (1871)

Al genere, la cui specie tipo è Clitopilus prunulus, appartengono basidiomi di medio-piccole dimensioni, a crescita terricola e nutrizione saprotrofica che presentano i seguenti caratteri:

Cappello irregolare, liscio.

Imenoforo a lamelle decorrenti sul gambo, inizialmente bianche poi, verso la maturazione, rosa o bruno rosate. Sporata rosa.

Gambo generalmente eccentrico, a volte centrale, ben sviluppato o quasi assente, attenuato alla base.

Carne spessa, fragile, bianca.

Habitat specie terricole o su residui legnosi a nutrizione saprotrofica.

Clitopilus prunulus (Scop.) P. Kumm.

Führ. Pilzk. (Zerbst): 96 (1871)

Basionimo: Agaricus prunulus Scoop. 1872

Autore sanzionante: Fries, Syst. mycol. 1: 193 (1821)

Accentazione: Clitopílus prúnulus

Etimologia: Clitopilus dal greco κλῑτύς (clitús) = pendio e da πῖλος (pílos) = cappello, ovvero con il cappello inclinato, con riferimento alla posizione inclinata che assume il cappello; prunulus dal latino prunus = pruno, susino, con riferimento alle piante del genere prunus.

Posizione sistematica: classe Basidiomycetes, ordine Agaricales, famiglia Entolomataceae, genere Clitopilus.

Principali sinonimi: Paxillus prunulus (Scop.) Quél. (1886); Pleuropus prunulus (Scop.) Murril (1917); Paxillopsis prunulus (Scop.) J.E. Lange (1939); Agaricus orcella Bull. (1793); Pleuropus orcellus (Bull.) Gray (1821); Clitopilus orcella (Bull.) P. Kumm. (1871); Hexajuga orcella (Bull.) Fayod, (1889).

Nomi volgari: spia del porcino, prugnolo, falso prugnolo, questi ultimi due trovano origine nel fatto che il suo penetrante odore di farina fresca è molto simile a quello del “prugnolo” (Calocybe gambosa) che, in ogni caso, presenta numerosi altri caratteri morfologici diversi [AGMT, 2013].

Nomi dialettali: funciu spia (Bonazzi, 2003; Buda, 2011), chiapparedda (Buda, 2011) utilizzati in Sicilia.

 

Foto 01 Clitopilus prunulus

 

Foto 02 Clitopilus prunulus

 

Foto 03 Clitopilus prunulus

 

Foto 04 Clitopilus prunulus

 

Foto 05 Clitopilus prunulus

 

Foto 06 Clitopilus prunulus

 

 

Descrizione macroscopica

Cappello di piccole-medie dimensioni, inizialmente convesso, poi, verso la maturazione, appianato ed infine depresso. Cuticola biancastra con sfumature grigie più o meno marcate, finemente vellutata, liscia a tempo secco, ondulata, gibbosa, leggermente eccedente. Margine spesso ondulato, irregolarmente lobato, appena involuto. Imenoforo a lamelle fitte, decorrenti sul gambo, intervallate da lamellule di diversa lunghezza, facilmente separabili dalla carne del cappello, inizialmente biancastre, tendenti ad assumere una colorazione rosata sempre più marcata verso la maturazione. Sporata rosa-brunastro. Gambo da centrale ad eccentrico, breve, svasato in alto e attenuato alla base o rigonfio, diritto ma anche ricurvo, inizialmente pieno, poi farcito, concolore al cappello, con residui miceliari alla base. Carne fragile, compatta, friabile, biancastra. Odore ben marcato e tipicamente di farina. Sapore gradevole, farinoso.

Habitat: specie molto comune, ubiquitaria, solitamente gregaria, a tipica crescita estivo-autunnale.

Commestibilità: commestibile di ottima qualità.

Caratteri differenziali:

risulta facilmente riconoscibile per il fragrante odore di farina fresca; per la carne molto fragile; per le lamelle secedenti, ovvero che si staccano facilmente dalla carne del cappello, caratterizzate, in maniera più evidente verso la maturità, da sfumature rosate dovute alla presenza delle spore di colore rosa.

Specie simili:

  • Clitopilus cystidiatus Hauskn. & Noordel.

Öst. Z. Pilzk. 8: 200 (1999)

È la specie che presenta maggiori similarità, quasi un sosia, differisce per il portamento tricholomatoide, per le dimensioni minori, per il colore grigiastro del cappello e delle lamelle, per il gambo ben sviluppato e per i caratteri microscopici [Buda, 2011; AGMT, 2013; Della Maggiora & Pera, 2021].

Può, inoltre, essere facilmente scambiato, specialmente da parte dei raccoglitori poco esperti, con molte specie fungine tossiche di colore bianco appartenenti al genere Clitocybe quali, ad esempio:

  • Clitocybe candicans (Pers.) P. Kumm. (1871)

[nome corrente Leucocybe candicans (Pers.) Vizzini, P. Alvarado, G. Moreno & Consiglio, 2015]

  • Clitocybe cerussata (Fr.) P. Kumm. (1871)

  • Clitocybe dealbata (Sowerby) P. Kumm. (1871)

  • Clitocybe phyllophila (Pers.) P. Kumm. 1871]

  • Clitocybe rivulosa (Pers.) P. Kumm. (1871)

che differiscono per la consistenza della carne che si presenta tenace, elastica e fibrosa (fragile, friabile e facilmente soggetta alla rottura in C. prunulus); per le lamelle mai asportabili dal cappello, sempre di colore bianco (rosate e facilmente asportabili dal cappello in C. prunulus); per l’odore mai di farina fresca come in C. prunulus.

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Foto: Franco Mondello; Angelo Miceli

Bibliografia

 

 

Clitopilus prunulus – Didascalia foto

 

Foto 01 Clitopilus prunulus – Foto Franco Mondello

Foto 02 Clitopilus prunulus – Foto Angelo Miceli

Foto 03 Clitopilus prunulus – Foto Franco Mondello

Foto 04 Clitopilus prunulus – Foto Franco Mondello

Foto 05 Clitopilus prunulus – Foto Franco Mondello

Foto 06 Clitopilus prunulus – Foto Angelo Miceli