Il sito "mykotrapani.ita" usa i cookies per poter configurare in modo ottimale e migliorare costantemente le sue pagine web e per l'utilizzo facoltativo del forum di discussione. Continuando ad utilizzare il sito Internet fornite il vostro consenso all'utilizzo dei cookies.

Gruppo Micologico  "T. Pocorobba"

 

Dedico questo lavoro alla memoria di Carlo Maltese. Piacevolissimo compagno sia di tante scarpinate alla ricerca di funghi, che di interessantissime conversazioni.
Addio fratello, non potrò più vedere i rigogoli che facevano visita ai gelsi nel tuo giardino, che hanno allietato, sia pure per qualche breve istante, la travagliata esistenza terrena che ti è toccata in sorte.

Nino Mannina

Notaper visionare le immagini della flora, cliccare sui relativi nomi che cambiano colore al passaggio del mouse

 

I^ PARTE - HABITAT E MICOCENOSI


1. PREMESSA

La Sicilia, annovera un patrimonio naturalistico di grandissimo interesse, che si origina dal livello del mare, fino a spingersi sulle pendici di importanti catene montuose che arrivano a notevoli quote, quali le Madonie (la cui vetta più alta è raggiunta da Pizzo Carbonara con 1.979 mt. s.l.m.) e i Nebrodi (che toccano il vertice massimo di 1.847 mt. s.l.m. con il Monte Soro) per culminare nell’Etna con i suoi circa 3.340 mt. s.l.m., attraversando quindi tutti i piani vegetazionali.
Numerosi sono gli endemismi botanici, che si trovano in aree di estremo interesse naturalistico, tali da rendere la Sicilia tutta, per la biodiversità espressa, un patrimonio inestimabile da proteggere.
La Provincia di Trapani non fa eccezione e, oltre a contare alcuni degli endemismi cui si è fatto cenno, con specie ritrovate sulM.Erice, nella Riserva Orientata di Monte Cofano e nellaRiserva Orientata dello Zingaro, contempla altresì una fauna di notevole importanza.
A tal proposito basti citare l’Aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus Viellot), un raro Accipitridae che nidifica nella già menzionata Riserva Orientata dello Zingaro, o il Fenicottero rosa europeo (Phoenicopterus ruber Linneo) e qualche volta perfino il Cigno reale (Cygnus olor Gmelin), che sostano nel Parco delle Saline di Trapani.
Oggetto di questa trattazione è il Bosco di Scorace, che senza dubbio riveste un’importanza primaria nel corpus delle aree forestali del Trapanese.
Di Scorace si è indagata la micocenosi, riportandone i risultati nel presente lavoro; lo studio condotto, ha abbracciato un periodo di otto anni, e ritengo sia completo al 90%, essendo ancora in itinere l’approfondimento che riguarda alcune entità specifiche di recente ritrovamento.


2. NOTIZIE GENERALI

Prima di dare seguito all’argomento trattato in questa sede, mi sembra giusto riferire dell’arcaico toponimo che dovrebbe essere recuperato (per la cui riproposizione, il Gruppo Micologico "Tonino Pocorobba" si è fatto promotore presso gli organi di competenza, senza purtroppo ottenere, fino al momento attuale, alcun risultato), ovvero Bosco di Arcudaci , del quale Bosco di Scorace è una corruzione che deriva dalla contrazione vernacolareVoscuraci (Bosco di Aci).
Il Bosco di Scorace, è ubicato nella Provincia di Trapani, a circa 25 km. in direzione Est-Sud-Est, rispetto alla posizione della città capoluogo. Ricade entro i confini del Comune di Buseto Palizzoloed è proprietà del Demanio Forestale della Regione Sicilia.Ad esso si giunge con relativa facilità: basta arrivare all’abitato diBuseto Palizzolo e seguire l’apposita segnaletica (tabelle di indicazione che recano la scritta Bosco di Scorace).
Saremo quindi guidati, fino alla strada comunale che, da Busetostesso, conduce alla Frazione Bruca e quindi a Segesta, il cui tragitto si snoda in una campagna assolutamente suggestiva con scorci panoramici di notevole bellezza.
Infine, prima di arrivare alla già menzionata Frazione Bruca, l’oasi boschiva ci si mostrerà improvvisamente davanti agli occhi in tutto il suo splendore, dandoci la certezza di avere individuato con precisione la nostra meta. 
A questo punto, il percorso stradale si inoltra attraverso il complesso forestale, tagliandolo in due. Su questo tratto, a sinistra della carreggiata, si potranno individuare due aree attrezzate, distanti l’una dall’altra qualche centinaio di metri, nelle quali(specie nella seconda) si possono parcheggiare comodamente i veicoli. 
Scorace, si estende su di una superficie pari a circa 600 ha. (che corrispondono a 6.000.000 di mq.), dei quali 150 circa spettano al bosco mediterraneo sempreverde.
Si tratta senza dubbio, del relitto di una più vasta estensione forestale, che verso Est si congiungeva verosimilmente con il vicino sughereto di Angimbè, nel territorio Comunale diCalatafimi.
Esso si diramava inoltre, per circa 5 km. in direzione Sud-Ovest, rispetto al limite Sud che questo presenta attualmente, fino in contrada Benuara (ubicata in parte a ovest e in parte a nord-ovest dell‘abitato di Fulgatore, piccola frazione del comune di Trapani).
Questa antica foresta, costituita da essenze arboree quali Quercus suberQuercus pubescens s.l. e Ulmus minor, venne in gran parte distrutta nel periodo che comprende i due conflitti bellici mondiali e l’immediato ultimo dopoguerra.
Infine, la riforma agraria ne decretò il colpo di grazia, promuovendo per la “bonifica” del territorio, il totale abbattimento di ciò che rimaneva della selva primigenia.
I pochi ettari relativi al sughereto, si devono alla rigenerazione spontanea della vegetazione, in quegli ambiti nei quali il suolo non si era dimostrato adatto alla coltivazione, venendo per conseguenza abbandonato.
I restanti 450 ha. appartengono a zone di rimboschimento effettuate con altre essenze forestali, che in seguito verranno descritte.
Il complesso boschivo si dipana dalla falda Sud del Monte Bosco(quota mt. 624 s.l.m.) alla falda Sud-Ovest del Monte Scorace, qualificabile come vertice Nord-Est (quota mt. 642 s.l.m.), dell’area medesima.
Le due falde confluiscono, digradando, verso contrada Molarella, perimetro Sud della zona. 
Nella sua interezza, il paesaggio vegetale appare distribuito all’interno di un gigantesco anfiteatro naturale, con esposizione a sud-ovest, che spicca in contrasto con il territorio circostante, oggetto di sfruttamento agrario e zootecnico (vite da vino, grano e incolti utilizzati per il pascolo di ovini e bovini).


3. CENNI GEOLOGICI E PEDOLOGICI

Il suolo del Bosco di Scorace, è costituito da terreni Oligocenici, nella letteratura geologica definiti Flysch Numidico; si tratta di alternanze di limi argillosi, argille marnose, sabbie limose con intercalazioni di grossi banchi quarzarenitici.
L’orizzonte humico si presenta ricco di scheletro e d’abbondante matrice limosa, dando luogo ad un terreno di medio impasto; il suo spessore varia dai 40 agli 80 cm. in media e diminuisce con l’aumentare della pendenza.
La frazione organica è generalmente modesta.


4. ANALISI CLIMATOLOGICA DEL SITO

 Per avere un quadro quanto più completo possibile dell’area presa in esame, che ne contempli i diversi aspetti ecologici, al fine di avere una posizione sufficientemente delineata del biotopo in argomento, mi è parso opportuno redigere uno studio sintetico sul clima del sito attraverso un’attendibile analisi climatologica.
A tal proposito, ho ritenuto necessario considerare prioritariamente il quindicennio 1963-1977, poichè dopo un’attenta stima, è risultato essere, tra tutti i periodi analizzati, il più significativo.
Tale conclusione, appare soprattutto motivata dalle sensibili mutazioni climatiche che investono la Provincia di Trapani, oggetto ormai di un graduale ma costante processo di inaridimento.
Infatti a estati lunghissime e assolutamente secche, si succedono autunni poco piovosi ed inverni brevi ma intensi, ai quali si associa, anche in questo caso, una quota di precipitazioni meteoriche sempre più scarsa e mal distribuita.
Appare quindi evidente, che i mesi statisticamente più ricchi di piogge, che per la regione mediterranea dovrebbero essere appunto, Ottobre, Novembre ed in special modo Dicembre, sono divenuti invece drammaticamente carenti da tale punto di vista.
Ritornando al nostro quadro climatico di riferimento, dai dati assunti, rilevabili tramite le misurazioni effettuate presso la Stazione Pluviometrica di Fastaia (quota mt. 218 s.l.m.), si evince che il livello totale medio annuo delle precipitazioni, nel quindicennio sopra citato, è pari a 642,02 mm., con una media di 78 giornate piovose complessive.
Dalle tavole sinottiche, nel periodo autunnale e primo-invernale è emersa una quantità di pioggia pari a:
83,10 mm. in Ottobre; 
74,80 mm. in Novembre;
107,71 mm. in Dicembre; 
77,20 mm. in Gennaio,

tali indici, decrescenti notevolmente nei mesi primaverili, toccano la soglia minima in Luglio, con appena 8,00 mm.
Le temperature, dedotte dalle tabelle redatte dalla Stazione Termometrica di Trapani (mt 2 s.l.m.) considerando lo stesso periodo, fanno registrare una media totale pari a 18,30° C., con il picco più basso in Gennaio, che presenta una temperatura media corrispondente a 12,20° C., con un massimo che si aggira (sempre con valutazione media), attorno ai 25,80° C. in Agosto (a tal proposito cfr. Tavola sinottica delle precipitazioni e delle temperature medie per il quindicennio 1963-1977. Redatta da Nino Mannina).

Per l’inquadramento del profilo climatologico dell’area in argomento, ho fatto ricorso allo schema dei climi elaborato daKoppen . Quindi, alla luce della somma dei riferimenti meteorologici osservati, il sito, in tale modello, è senz’altro collocabile all’interno del Clima definito Mesotermico Umido, ed in questo inserito nel tipo climatico Cs detto Clima Temperato conEstate Secca, ed ascrivibile quindi al gruppo Csa o Clima Subtropicale con Estate Asciutta o Mediterraneo 

 

 

 

 

 

 

 

 

(a tal proposito cfr Fig. “diagramma ombrotermico” e “Istogramma delle precipitazioni“. Entrambi redatti da Nino Mannina).




I venti dominanti, sono quelli provenienti dal 2° e 3° quadrante (settori da Est ad Ovest), per cui si ha conseguentemente la prevalenza delle correnti calde sciroccali, che spirano dall’area magrebina.

 

 

5. FITOSOCIOLOGIA E FITOCENOSI

Per quanto riguarda l'aspetto bioclimatico (parametro derivante dalla stretta connessione tra influenza climatica e formazione vegetale sua diretta espressione), Scorace appartiene allaRegione Xerotermica, e più precisamente alla SottoregioneTermomediterranea.
Secondo la classificazione Fito-Climatica di Pavari, la formazione a sclerofille sempreverdi riscontrabile ad Arcudaci, esplicita la sua appartenenza al raggruppamento Lauretum del 2° tipo, ovvero clima con siccità estiva.
Le constatazioni derivate dai dati climatologici e da quanto prima accennato, sottintendono il prolungato periodo arido alla quale la Sicilia occidentale in genere è sottoposta, che in talune annate particolarmente sfavorevoli, si prolunga da marzo fino a dicembre. 
Il perdurare di simili condizioni, impone un notevole deficit idrico a carico delle popolazioni botaniche boschive di Scorace

Il conseguente stress ai danni della frazione vegetale, è altresì accentuato dal sensibile aumento del tasso di evapo-traspirazione indotto dal fluire, talvolta violento e prolungato, delle torride correnti nordafricane (che impattano sul contesto silvano senza imbattersi in ostacoli di sorta). Esasperato sia dalla giacitura del sito (caratterizzata da pendenze talvolta notevoli, che favoriscono il ruscellamento delle acque meteoriche sul soprassuolo) che dalla struttura pedologica del suolo (di natura sabbioso-silicea e di conseguenza estremamente permeabile).

 

Dal punto di vista altitudinale, l’area in oggetto è ascrivibile senza alcun dubbio al Piano Mediterraneo, all’interno del quale l’equilibrio climacico è configurato dalla lecceta (formazione vegetale dominata da Quercus ilex).
Convenzionalmente, ho suddiviso l’area forestele Bosco di Scorace in tre zone definite, rappresentate da altrettanti e distinti compartimenti vegetazionali.
Tuttavia, è bene precisare, che in talune sezioni esse si compenetrano entrando per una certa parte in commistione, essendo talvolta, per lunghi tratti delle rispettive lunghezze perimetrali, limitrofe le une alle altre.
In simili intorni si creano quindi dei particolari ecotoni, senz’altro interessanti dal punto di vista della biodiversità delle popolazioni fungine.


6. COMPARTIMENTI VEGETAZIONALI DEL BOSCO DI SCORACE


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto 3. Vista panoramica del Bosco di Nino Giacalone 

 

6.1.ZONA A - QUERCETO E MACCHIA STENOMEDITERRANEA

La zona A ha una superficie coperta di circa 150 ha. Occupa il versate Sud-Ovest del Monte Scorace e si spinge , verso Nord in contrada Fascedda.
La struttura fitocenotica quivi insediata, è quella tipica dell’orizzonte vegetazionale propria del piano mediterraneo, la cui maggiore espressione è rappresentata dal querceto a foglia persistente, consorziato ad un corteggio sottoboschivo a sclerofille sempreverdi composto dalle specie proprie della macchia stenomediterranea termo-xerofita alto e basso-arbustiva.
E’ questo il relitto, ridotto ormai a pochi ettari, della primigenia foresta sempreverde, ormai estinta.
Tuttavia, esso conserva, nel proprio assetto, l’intatta configurazione Fitocenotica dell’originaria selva. 
Pare utile proporre, a questo punto, l’inquadramento Fitosociologico di tale unità botanica, prendendo spunto da quanto desunto dalla letteratura specialistica per cenosi similari. 
Nel suo complesso la citata espressione vegetazionale viene inserita nel quadro della gerarchia syntaxonomica, nell’ambito dell’alleanza Ericion arborae Rivas- Martinez ex Rivas-Martinez, Costa & Izco 1986 e Fraxino orni-Quercion ilicis (nuova interpretazione del Quercion ilicis Br. Bl. ex molinier 1934 em. Rivas-Martinez 1975) incluse nell’Ordine Quercetalia ilicis Br.-Bl. ex molinier 1934 em. Rivas-Martinez 1975, Classe Quercetea ilicis Br.-Bl. Ex A. & O. Bolòs 1950. L’Alleanza Ericion arborae è caratterizzata dalla presenza di Quercus suber in compagnia diCytisus villosusPyrus amigdaliformisErica arboreaArbutus unedoPhillyrea angustifoliaMyrtus communisCistus monspeliensisCistus salviifoliusDaphne gnidium per citare le più note specie alto e basso arbustive da essa ricomprese. 
Nel biotopo considerato, la componente arborea dominante è rappresentata da una Fagaceae a foglia persistente, ovvero la già citata Quercus suber L. , molto rara invece è la presenza sia diQuercus ilex L. (altra Fagaceae sempreverde) che di Quercus pubescens s.l. (Fagaceae semidecidua), dislocate in stazioni strettamente circoscritte. Lungo un canale di deflusso naturale delle acque, che attraversa la zona a monte della prima area attrezzata, si nota una rigogliosa formazione ripariale dominata daUlmus minor Miller.

 

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto 4: Aspetto della cenosi vegetale tipica del Bosco Mediterraneo, riscontrabile a Scorace all’interno della sughereta: Foto Nino Mannina




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto 5: Caratteristico alveo di un canale di deflusso naturale.Foto:Nino Mannina

Nel complesso silvano in discussione, Quercus suber è sociata ad una frazione alto e bassa-arbustiva costituita dalle seguenti entità botaniche:

Famiglia delle Ericaceae
Arbutus unedo
L. (corbezzolo, in dialetto ‘mriaculi o miraculi)
Erica arborea L. (scopa da ciocco)
Famiglia delle Oleaceae
Phillyrea latifolia L. (ilatro comune)
Famiglia delle Thymeleaceae
Daphne gnidium L. (gnidio, in dialetto ‘zasa)
Famiglia delle Anacardiaceae
Pistacia lentiscus L. (lentisco)
Famiglia delle Caprifoliaceae
Lonicera implexa Ait. (caprifoglio di macchia)
Famiglia delle Myrtaceae
Myrtus communis L. (mirto)
Famiglia delle Rosaceae
Crataegus monogyna L. (biancospino, in dialetto beccapuci)
quest’ultima essenza arbustiva, gravitante in misura maggiore, negli spazi soleggiati di bordura.
In tale cenosi, la cui formazione è, dal punto di vista delle essenze botaniche rappresentate, allineata a quelle di altri biotopi analoghi, è interpolata Chamaerops humilis L. (palma nana, in dialetto giummarra).
La presenza di questa Arecaceae (si tratta della specie di palma più boreale in assoluto) riveste un notevole interesse, in virtù del fatto che consorzi fitocenotici in cui compaiono contestualmente sia Quercus suber che Chamaerops humilis (consorzialità rilevata per altro anche nel sughereto di Niscemi in provincia di Caltanissetta), si trovano in consessi forestali propri dell’areale Marocchino.
Per cui simile specificità, accosta significativamente Scorace a questi ultimi, rappresentando certamente l’ultima residua traccia dell‘antica continuità fitogeografia siculo-nordafricana.



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto 6: Consorzialità fra sughera e palma nana a Scorace. Foto Nino Mannina

 

Al disotto del manto arboreo, compaiono invece, entità quali:

Famiglia delle Liliaceae
Ruscus aculeatus L. (pungitopo), 
Smilax aspera L. (Salsapariglia o stracciabraghe, in dialetto ugna di attu)
Asparagus acutifolius L. (Asparago pungente, in dialetto sparacia sarvaggia) 
Famiglia delle Rosaceae
Rosa sempervirens L. (Rosa di San Giovanni) 
Rubus hirtus L. (Rovo, in dialetto runza)
Famiglia delle Euphoriaceae
Euphorbya characias L. (Euforbia cespugliosa) 
ed ancora Lonicera implexa Phillirea latifolia.La componente basso-arbustiva, laddove il sughereto mostra tracce di degrado a causa di antichi incendi, con conseguente acidificazione del suolo, è rappresentata da una densa popolazione di una Cistaceae quale Cistus salvifolius L. (Cisto femmina, in dialetto rusedda), essenza basso-arbustiva tanto invasiva da poter essere considerata infestante. 
In intorni dove la presenza della sughera si fa più rada domina la macchia mediterranea pura, qui Erica arborea forma alleanza conArbutus unedoCistus salvifolius Pistacia lentiscus.
Nelle zone limitali del sughereto si estende la gariga con forte presenza di Ampelodesmos mauritanica (Poir.) T. Durand & Schinz (tagliamani in dialetto disa) una tipica Graminae reperibile in simili formazioni, consorziato ad Erica arborea, con presenza diPapilionaceae quali:
Calicotome villosa 
(Poir.) Link (Sparzio villoso, in dialetto alastra) e Cytisus villosus Pourr. (Citiso trifloro), oltre che, ma con presenza sparsa, di un’altra Rosaceae, ovvero Pyrus amigdaliformis (Pero mandorlino, in dialetto piraniu).
Abbondante, negli spazi aperti, la presenza di Apiaceae le più salienti delle quali sono:
Magydaris pastinacea (Lam.) Paol. (basilisco, da non confondere con Cachrys ferulacea (L.) Celestani, Apiaceae tipica delle Madonie e quivi conosciuta appunto, con il nome di Basilisco) 
Ferula communis L. (ferula, in dialetto ferla) 
Thapsia garganica L. (tapsia, in dialetto firlazeddu) 
Eryngium campestris L. (calcatreppola campestre, in dialetto panicauru)
Eryngium amethystinum L. (calcatreppola ametistina)
Daucus carota L. (carota selvatica, in dialetto vastunachinu) 
oltre ad un’importante colonia di Elaeoselinum asclepiumEleoselino, in dialetto dabbisu), ubicata in prossimità della vetta di Monte Scorace.Vale la pena ricordare anche la presenza di talune entità botaniche a fioritura primaverile, che dal mese di marzo fino al mese di maggio accendono il sughereto (evento che a dire il vero investe il bosco nel suo complesso abbracciando anche le colline circostanti) di colori davvero eccezionali, delle quali di seguito fornisco un compendio che annovera i taxa più significativi.
Famiglia delle Asteraceae (Compositae):
Bellis annua L. (pratolina annuale), 
Evax pigmea ](L.) Brot. (evax comune),
Calendula arvensis L. (fiorrancio selvatico), 
Glebionis segetum L. (ingrassabue), 
Glebionis coronariaL. (fior d’oro, maju in dialetto), 
Tragopogon porrifolius L. (barba di becco violetta), 
Urospermum dalechampii ](L.) Scop. ex F. W. Schmidt, boccione maggiore), 
Cynara cardunculus L. (cardone, in dialetto carduni di trazzera).
Di cardi (Asteraceae a foglia spinosa) quali:
Galactites tomentosa ](L.) Moench (scarlina), 
Scolymus grandiflorus Desf. (cardogna comune, in dialetto scoddi), 
Silybum marianum L.) Gaertn. (cardo mariano, in dialetto lapordu).
Famiglia delle Papilionaceace:
Tetragonolobus purpureus Moench (Lotus tetragonolobus L.) (ginestrino purpureo),
Lotus edulis L. (ginestrino commestibile),
Psoralea bituminosa L. (trifoglio bituminoso).
Famiglia delle Papaveraceae:
Papaver rhoeas L. (rosolaccio).
Famiglia delle Ranunculaceae:
Anemone hortensis [/b]L. (Anemone stellata Lam.) (anemone fior stella),
Ranunculus ficaria L. (favagello). 
Famiglia delle Liliaceae:
Asphodelus macrocarpus Parl. (asfodelo mediterraneo, in dialetto gigghiu di San Giuseppi),
Ornithogalum montanum ]Cyr. (latte di gallina a foglie larghe).
Qualche specie di aglio selvatico (Liliaceae) quali:
Allium subhirsutum 
L. (aglio pelosetto),
Allium triquetrum L. (aglio triquetro).
Famiglia delle Convolvulaceae:
Convolvulus cantabrica L. (vilucchio bicchierino),
Convolvolus siculus L. (vilucchio siciliano).
Famiglia delle Boraginaceae
Cerinthe major L. (erba vaiola maggiore in dialetto sucameli),
Alkanna tinctoria (L.) Tausch (arganetta azzurra),
Echium italicum L. (viperina maggiore),
Famiglia Lamiaceae (Labiatae):
Ajuga iva (L.) Scherb. (iva moscata),
Marrubium incanum Desr. (Marrubium candidissimum autc. non L.) (marrubio bianco).
Famiglia Scrophulariaceae:
Bartia trixago L. (perlina minore). Di un certo interesse sono le Orchidaceae riscontrabili in situ con specie appartenenti a diversi generi, di cui alcune in particolare:
Orchis italica(Omini nudi);
Ophrys oxyrrhynchos subsp. oxyrrhynchos;
Serapias lingua L..(Lingua di gallina);
Anacamptis longicornu Poir.) Baterman;
Limodorum abortivum L.) Sw. 

 

6.2. ZONA B - RIMBOSCHIMENTO A PINO D'ALEPPO E CIPRESSO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto 7: Tipico aspetto del rimboschimento a Pino d’Aleppo e Cipresso. Foto Nino Mannina

 

Si sono indicate, con questa denominazione, le aree rimboschite con un piano di riconiferamento, usando a questo scopo in gran parte essenze quali Pinus halepensis (Mill.), nota Pinaceae xerofita a due aghi, il cui areale originario è il bacino del Mediterraneo, al fianco del quale compaiono Pinus pinea (L.) eCupressus sempervirens L.).

In tali zone la copertura arbustiva e perfino erbacea è ridotta al minimo, contando per lo più, solo su specie quali Asparagus acutifolius Ruscus aculeatus; in limitati intorni a Pinus halepensis si sono aggregate colonie di Erica arborea ed, in prossimità del Monte Scorace, questo Pino costituisce formazione consorziata a Ampelodsmos mauritanica.

 

6.3. ZONA C - RIMBOSCHIMENTO CON EUCALIPTUS
Aree nelle quali il rimboschimento è stato effettuato tramite un piano di latifogliamento, piantumando a tal uopo essenze esotiche quali Eucaliptus sp. pl.; all’interno di questi settori lentamente si nota una ripresa della macchia mediterranea che ne sta colonizzando progressivamente il sottobosco, con le specie che la caratterizzano.


7. NOTE SULLA MICOCENOSI DELL'AREA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto 8: Hygrocybe acutoconica. Foto Nino Mannina

 

I motivi che mi hanno indotto a censire e dare corpo ad una trattazione che desse ampio spazio alla flora fungina inerente i Funghi superiori del Bosco di Scorace, sono essenzialmente due: il primo nasce dalla constatazione, che la Provincia di Trapani, risulta essere micologicamente, poco conosciuta, pur contando numerose superfici boscate e diverse micoentità specifiche di primario interesse scientifico, il secondo è di fornire un contributo fattivo affinchè un importante tassello venga aggiunto al mosaico micofloristico Italiano.

Delineare il quadro micocenotico del Bosco di Scorace pressochè completo, ha richiesto un periodo prolungato di tempo e non poche difficoltà, non tanto per l’estensione del luogo certamente non vastissima, ma quanto per i lunghi periodi siccitosi che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni, con la conseguente presenza di una scarsa, o pressochè assente, fruttificazione fungina.
Diversi sono i taxa di interesse assoluto per la loro rarità e per la crescita in zone circoscritte su tutto il territorio nazionale, che meriterebbero un serio programma di salvaguardia, cito ad esempio: Amanita lepiotoidesAgaricus bohusiiAgaricus variegansRussula fragrantissimaRussula seperinaRussula monspeliensis (qui per la sua crescita associata a Cistus salviifolius e non a Cistus monspeliensisBoletus aemilii eTricholoma psammopus.
Ho condotto in questi anni continue prospezioni in tutti e tre i comparti silvani testè illustrati, pervenendo alle conclusioni, che mi hanno permesso di tracciare un quadro attendibile sulla diffusione e la densità delle colonie micocenotiche del luogo e che di seguito espongo.

 

7.1. ZONA A - IL SUGHERETO                                                             

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto 9: Boletus aereus. Foto Nino Mannina

 

Qui la componente di taxa micorrizogeni appartenente alla classe Basidiomycota conta diversi generi, ma fondamentali all’ambiente naturale in argomento mi paiono senz’altro AmanitaBoletus,RussulaTricholomaHygrophorusCortinarius, nonché il genere Agaricus.

Cominciamo dal genere Amanita, questo conta specie tutto sommato banali quali Amanita caesarea discretamente diffusa,A. rubescensA. pantherina, ecc. queste ultime infestanti, rintracciabili ovunque.
Localizzate in limitate stazioni compaiono Amanita phalloidesvar. alba, A. muscaria var. formosa, A. franchetiiA. citrina, oltre a taxa di recente classificazione quali A. cistetorum, e A. flavescens. 
Di livello assolutamente importante è la presenza di Amanita lepiotoides, e di Amanita vittadinii quest’ultima in zona Baglio Casale.
Amanita ceciliae, ritenuta dalla letteratura come specie persistente nelle faggete oppure in substrati a pH basico, quindi ricchi di carbonati e solo raramente presente in suoli a natura acida, qui compare regolarmente in stazioni comprese a valle della località denominata Timpone Tauro.
Il genere Boletus esprime specie rintracciabili praticamente ovunque, come Boletus aereus B. impolitus più diradata la comparsa di B. erythropusB. rhodoxanthusB. legaliae B. rhodopurpureus ecc..
In qualche stazione localizzata fruttifica B. queletii, mentre negli interspazi arborei aperti e soleggiati, oppure negli aridi margini dei sentieri, si affacciano specie esclusivamente xerofile quali Boletus fragrans B. permagnificus (entrambi i taxa si riscontrano lungo il sentiero al disotto del laghetto artificiale).
Di un certo rilievo la presenza di Xerocomus roseoalbidus,Xerocomus. ichnusanus e di Aureoboletus gentilis (che fanno la loro comparsa nella parte alta del bosco). 
In Inverno, nelle stazioni più elevate del sito, fruttifica Leccinum lepidum, il quale costituisce una sorpresa poichè in questi siti non esistono assolutamente lecci; inoltre riteniamo abbia un sicuro valore, relativamente a tale biotopo, l’esistenza di Boletus aemiliiBoletus appendiculatus (presenza assolutamente rara ritrovata in un’unica stazione e soltanto in due annate) eStroblomices strobilaceus.
Il genere Russula, che ivi comprende diverse specie, in assoluto è maggiormente rappresentato da Russula persicina, con colonie invasive e molto omogeneamente distribuite, in special modo dove la copertura arborea è più diradata. Seguono R. chloroides, e R. globispora; in varie stazioni troviamo colonie di R. grieseaR. virescensR. amoenicolorR. amoenaR. cyanoxanthaR. heterophylla ecc..
In tarda stagione, è abbondante la fruttificazione di Russula fragilisR. albonigra, R. graveolens s.l. (facilmente individuabili lungo i sentieri che percorrono il bosco) ecc..
Segnalo con una certa attenzione, la presenza di Russula subazureaRussula seperina, di R. sororia fo. pseudoaffinis e diR. fragrantissima.
Per il genere Lactarius, risulta ampiamente rappresentato ilLactarius zonarius, taxon termo-xerofilo.
L. rugatus si presenta con una discreta popolazione, ma con colonie poste in intorni localizzati.
Le Hygrophoraceae, le Cortinariaceae, le Tricholomataceae e le Entolomataceae, partecipano a definire il quadro del corteggio micobiontico della zona A relativamente al sughereto, completato infine dalle Cantharellaceae.
Detto questo, ho notato che il genere Hygrophorus, quanto a numero di specie è poco ricco, ma Hygrophorus cossus si può reperire ovunque, meno frequenti sono invece H. persoonii H. penarius, limitata è la presenza di H. nemoreus in limitatissime stazioni.
Il genere Cortinarius compare massicciamente con specie qualiCortinarius trivialis C. elatior, che spiccano per la quantità elevata di sporofori, riscontrabile in tutto il sughereto.
Altresì, ma non in modo omogeneo, compaiono luoghi di crescita relativi a C.infractus C.balteatocumatilis var. laetus e C. rufoolivaceus.Molto interessante invece è la presenza di C. orellanus, individuabile però in rarissime stazioni così comeCortinarius caligatus.
Sempre all’interno del sughereto, tra le Entolomataceae il genereClitopilus figura con C. prunulus, mentre il genere Entoloma che qui comprende specie quali Entoloma sinuatum ed E. lividoalbum si nota nella parte alta del sughereto, ma la prima rispetto alla seconda ha una distrubuzione nettamente più estesa.
Entoloma nidorosum, seppur presente, non è così abbondantemente rappresentato, infatti lo si può rinvenire nella parte marginale più bassa del sughereto
Il genere Tricholoma, nel biotopo in oggeto, occupa ampio spazio con due specie che compaiono massivamente, la prima èTricholoma scalpturatum con fruttificazioni gregarie o cespitose, la seconda è Tricholoma squarrulosum, che sembra rispetto alla prima, gradire una vegetazione arborea più rada, con crescita numerosa sulle zone limitali dei sentieri.
T. sejunctum T. pseudoalbum, insistono soltanto in alcune aree poco estese, ma in queste omogeneamente così come T. ustale T. sulphureum Tricholoma saponaceum (molto presenti nella parte alta del bosco).
Le Cantharellaceae con il genere Cantharellus e specie quali ilcibarius e la sua var. alborufescens è rinvenibile pressochè in tutta la superficie occupata dal sughereto.
C. friesii appare invece solo in qualche settore isolato, sparsa anche la presenza di Craterellus cornucopioides.
Infine il Genere Agaricus è ivi rappresentato da specie quali A. porphiryzon (presente un pò ovunque, specialmente nella parte bassa del bosco) e A. haemorroidarius (la cui presenza è solo segnalabile in poche stazioni e tutte nella zona alta del bosco.
Interessante al presenza di una specie ritenuta rara in letteratura, quale Agaricus variegans (visto in tre stazioni poste tutte nella zona mediana del sughereto). 
In questo contesto, la flora micologica saprotrofa è costituita daLepiotaceae con generi quali Macrolepiota Lepiota ed inoltre da Mycena e Clitocybe e comunque sempre da entità cosmopolite o, come ovvio, da taxon esclusivi dell’areale mediterraneo (cfr. Catalogo Micofloristico)

 

7.2. ZONA A - LA MACCHIA MEDITERRANEA

   

             

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto 10: Cantharellus cibarius var. alborufescens. Foto Nino Mannina

 

 Ambiente molto particolare, presenta una flora fungina micorrizica tutto sommato banale, vi possiamo ritrovare ancora Amanita caesareaBoletus aereus, oltre che Lactarius chrysorreus,Lactarius subumbonatusHigrophorus cossusCantharellus cibarius C. cibarius var. alborufescens, e taxa saprotrofi qualiLepista nuda Clitocybe geotropa .

Una menzione particolare meritano i cisteti: diverse specie appartenenti al genere Cistus, includono un corteggio fungino veriegato e peculiare, ad Arcudaci si trova soltanto Cistus salviifolius: arbusto infestante, costituisce formazioni esclusivamente monospecifiche, invadendo completamente le fasce esterne del sughereto.
Oppure laddove la componente legnosa è diradata occupa completamente il sottobosco e talvolta riesce ad incunearsi anche all’interno della copertura arborea più densa.
C. salviifolius è un fotobionte selettivo, nell’area in esame instaura legami ectomicorrizzici con diversi micobionti, tutti caratteristici di questi habitat assai esclusivi, ovvero: Amanita cistetorum,Russula monspeliensisLactarius tesquorum, Lactarius cistophilusEntoloma cistophilum, e poi ancora Hebeloma album ed Hebeloma cistophilumInocybe geophylla e la sua var. lilacina ed inoltre Leccinum corsicum.

7.3. ZONA B - LE PINETE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto 11: Leucopaxillus gentianeus. Foto Nino Mannina

 

In queste aree riforestate nella maggior parte dei casi con Pinus halepensis la micoflora è rappresentata da elementi micorrizogeni in massima parte inclusi nelle Russulaceae, quali Russula torulosaLactarius sanguifluus e la sua var. violaceus, sono presenti anche Lactarius semisanguifluus (rara presenza) eLactarius deliciosus (presente in poche stazioni sia in cima alMonte Bosco che negli stessi ambiti circoscritti della specie precedente).

Per il Genere Tricholoma, risulta infestante Tricholoma fracticum, numerosa la presenza diffusa ovunque di Tricholoma terreum e Tricholoma gausapatum, molto interessante la crescita in alcune stazioni di Tricholoma psammopus (in prossimità della cima del Monte Bosco, lungo il versante Sud-Ovest).
Altra Tricholomataceae numerosissima in quanto a stazioni di crescita e numero degli sporofori espressi è il Leucopaxillus gentianeus.
Inoltre la presenza di Suillus collinitus è rinvenibile pressochè dappertutto così come quella di Suillus bellinii .
Il Genere Agaricus in questo ambito, è ben distribuito e si manifesta con la presenza di Agaricus arvensis, ed in misura minore A. sylvicola A. essettei, oltre ad Agaricus bohusiispecie assai rara e da proteggere. Agaricus augustus var. perrarus, si riscontra in pochissime stazioni. Tali specie chiudono il quadro generale delle entità micorriziche che ivi si riscontrano. Per quanto riguarda i funghi saprofiti riscontrabili in loco si rimanda al catalogo micofloristico allegato nella seconda parte di questo contributo.

7.4. ZONA C - RIMBOSCHIMENTO AD EUCALIPTI 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto 12: Agaricus xanthodermus. Foto Nino Mannina

 

 All’interno di questi settori, oggetto di riforestazione tramite Eucaliptus sp. pl., la flora micologica micorrizica, è pressochè assente, eccettuata la presenza di una Tricolamataceae quale Liophyllum fumosum, oltre ad Agaricus porphyrizon A. arvensis e nelle zone limitrofe alle pinete A. xanthodermus. 

Tra le entità parassite e saprotrofe ivi presenti si possono riscontrare, Crepitodus mollis var. calolepis, caratteristica specie rinvenibile sui tronchi di Eucalipti vivi, Gymnopilus spectabilisMacrolepiota proceraed excoriata ed alcune Mycena.
Concludo qui la 1ª Parte di questa stesura. 
Nella 2ª saranno trattati i materiali e i metodi utilizzati per lo studio della flora micologica di Scorace e sarà fornito l’elenco micofloristico dettagliato delle specie rinvenibili in tale complesso boscato, oltre alla bibliografia utilizzata per condurre a buon fine il presente lavoro.
Nino Mannina


Indirizzo E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Copyright:
Testo e immagini inseriti in questa monografia sono riservate ed appartengono ai rispettivi autori:
- testo,immagini dei paesaggi e dei Funghi, Nino Mannina;
- immagini della Flora, Nino Giacalone.


Colgo l’occasione per ringraziare sentitamente:Il Geologo Dott. Giancristoforo Galia, per avermi gentilmente fornito i particolari per la stesura inerente al paragrafo CENNI GEOLOGICI E PEDOLOGICI e per avermi messo a disposizione sia le tabelle pluviometriche che le tabelle termometriche che mi sono occorse per l’analisi climatologica del sito.L’amico Nino Giacalone (che mai ringrazierò abbastanza per la pazienza e disponibilità dimostrata nei miei confronti), per avermi fornito le foto delle specie botaniche per il presente scritto e per averne curato l’impostazione grafica e l'inserimento nel sito del Gruppo.




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto 13: tramonto sul Tirreno visto da Scorace. Foto di Nino Mannina

                                                                                           

Nino Mannina 48 anni: si interessa di studi Micologici da circa un ventennio. Fin dagli inizi è stato allievo del Dott.Salvatore Sergio (il famosissimo Farmacista di Napola, che ci ha lasciato ormai da qualche mese). E’ stato uno dei soci fondatori del Gruppo Micologico "G. Castronovo", dove Rivestiva la carica di Direttore del comitato scientifico, funzione che tuttora detiene nell’attuale Gruppo Micologico "Tonino Pocorobba", del quale è stato anche Presidente. Ha collaborato ufficialmente per molti anni, con la Rivista a diffusione nazionale Specializzata in Micologia diretta dal Dott. Roberto Galli“I Funghi dove…quando” ottenendo la pubblicazione sia del Censimento sui funghi di Scorace, che di alcune specie fungine rare o poco conosciute e rinvenute nel trapanese (Tricholoma psammopus,Amanita lepiotoidesRussula odorataRussula praetervisa,Agaricus bohusii) o non ancora segnalate per la micoflora siciliana (Russula monspeliensisRussula subazurea). Attualmente, riveste il ruolo di docente per i corsi regionali tenuti dal Gruppo Micologico "Tonino Pocorobba", validi per il conseguimento del tesserino abilitante alla raccolta dei funghi spontanei nella Regione Sicilia. Scrive personalmente gli articoli di Micologia pubblicati sul sito del Gruppo stesso.